La manutenzione e la sostenibilità sono due concetti accomunati da un obiettivo comune: massimizzare l’efficienza degli asset.
La norma ISO 55000:2014 ci fornisce una definizione puntuale di “asset”, ovvero: “un elemento, una cosa o un’entità che ha un valore potenziale o effettivo per un’Organizzazione. Il valore varia a seconda delle Organizzazioni e dei loro stakeholder e può essere tangibile o intangibile, finanziario o non finanziario”.
Al fine di ottimizzare un asset, è necessario mettere in atto un’analisi del suo ciclo di vita, operando un’attenta valutazione dei rischi. Ciascun asset è, infatti, esposto a numerose minacce che possono incidere negativamente sulla sua efficienza e sulla sua effettiva durevolezza.
La manutenzione è uno strumento di fondamentale importanza: non si tratta solamente di un costo, ma di una opportunità in grado di avere effetti positivi su tutte le dimensioni economiche e operative di un’Organizzazione.
L’errore in cui incorrono spesso le Organizzazioni è quello di pianificare gli interventi di manutenzione sulla base delle seguenti tempistiche:
- Interventi a guasto: spesso numerosi e direttamente conseguenti alle altre due tipologie di interventi;
- Interventi programmati: ridotti al minimo indispensabile e in maniera non sempre puntuale;
- Interventi straordinari: anch’essi ridotti al minimo indispensabile, eseguiti mediamente due volte all’anno.
L’effetto che si ottiene a seguito di questo comportamento è quello di sfruttare al limite gli asset, riducendo drasticamente la loro durata ed efficienza e incidendo negativamente sui costi collegati come, ad esempio, quello energetico.
Manutenzione e sostenibilità: i benefici
Una corretta gestione delle fasi di manutenzione dovrebbe prendere in considerazione gli indicatori MTBF (Mean Time Between Failure) e MTTR (Mean Time to Repair).
Il concetto è semplice e i vantaggi sono evidenti: se gli asset sono correttamente manutenuti a livello preventivo e predittivo, questi lavoreranno di più, con una diretta riduzione dei guasti.
Non si tratta di vantaggi esclusivamente legati alle prestazioni o all’ambito economico, ma di assoluta importanza anche rispetto alla sostenibilità. Una corretta manutenzione deve, infatti, identificare le funzioni strategiche non solo per il business aziendale, ma essenziali anche per il contesto ambientale.
In questo ambito, la manutenzione degli asset si rivela un fattore strategico per i seguenti motivi:
- Previene incidenti sul lavoro e situazioni di danno ambientale;
- Migliora la produttività, il risparmio energetico, riduce le emissioni di gas serra con benefici in termini di sicurezza, oltre che di protezione dell’ambiente;
- Prolunga la vita utile degli asset e ottimizza la loro Life Cycle Assessment.
I Sistemi di Gestione della manutenzione
Manutenzione, sicurezza e ambiente devono essere considerati come parte di un’unica vision.
È fondamentale che le Organizzazioni strutturino un vero e proprio Sistema di Gestione della Manutenzione.
Un sistema strutturato per la gestione degli asset consente, infatti, di tracciare tutta la vita del singolo macchinario, dal momento dell’acquisto e della messa in servizio fino alla sua dismissione. In questa maniera, risulta possibile monitorare le sue prestazioni nel tempo (prendendo, ad esempio, in considerazione fattori quali le ore di funzionamento, le ore di fermo/indisponibilità, l’incidenza dei guasti, i componenti sostituiti, gli interventi di revamping, i consumi di energia e le emissioni), interfacciandosi sia con i sistemi informativi, di comunicazione (IoT), oltre che con i sistemi amministrativi e di governance (ERP).
Si stabilisce, pertanto, un rapporto diretto tra gli aspetti tecnici della manutenzione e gli aspetti gestionali: il risultato di questo connubio consente alle aziende di essere sia efficienti che sostenibili.
Per ottimizzare gli obiettivi di sostenibilità, un’Organizzazione può fare affidamento su un modello di PAM (Physical Asset Management). Attraverso una gestione efficace delle prestazioni e dei costi a breve/lungo termine, è possibile sia soddisfare, che superare le aspettative di responsabilità sociale, raggiungendo gli obiettivi prefissati dalle parti interessate.
La manutenzione si colloca in una posizione fondamentale all’interno dell’Asset Management,il cui scopo è quello di determinare e implementare modelli organizzativi finalizzati a generare il massimo valore possibile per l’organizzazione degli asset gestiti.
Per essere realmente efficace, una strategia AMMS (Asset Maintenance Management Strategy) deve monitorare, gestire e tenere sotto controllo cinque componenti essenziali:
- Identificazione: di tutti gli asset e definizione del loro livello di criticità, così da scegliere la strategia di manutenzione più appropriata;
- Posizione: per localizzare facilmente gli asset da gestire, soprattutto quando essi non sono localizzati nello stesso luogo; è consigliabile affidarsi alle tecnologie GIS (Geographical Information System) e GPS (Global Position System);
- Condizione: i report sulle condizioni degli asset possono essere compilati tramite ispezioni visive o attraverso monitoraggio diretto con sensori intelligenti;
- Manutenzione: tutti i sistemi CMMS (Computerized Maintenance Management System) rappresentano un valido supporto nelle procedure di semplificazione e automatizzazione delle operazioni di gestione della manutenzione;
- Costo: una volta pianificata una strategia di Asset Maintenance Management sarà possibile massimizzare la vita utile delle risorse, identificando le aree di risparmio e riducendo al minimo i costi di gestione.
Come migliorare la gestione della manutenzione
Abbiamo, quindi, compreso l’importanza di una strategia di Asset Maintenance Management, ma in che modo è possibile ottimizzare i processi di gestione della manutenzione?
- Effettuando una raccolta di dati: l’utilizzo di software specifici per il tracciamento delle risorse consente di creare un database centralizzato completo di informazioni aggiornate e accessibili. I benefici si riflettono sul processo decisionale e sui costi operativi;
- Implementando la giusta strategia di manutenzione: una volta completata la prima fase, è possibile individuare una strategia di manutenzione appropriata. Questa consente di ridurre i tempi di fermo non pianificati, migliorando le prestazioni e l’efficienza degli asset e tenendo sotto controllo i costi di manutenzione;
- Migliorando la gestione dell’inventario: l’utilizzo di una strategia MRO (Maintenance, Repair, and Operations) permette di evitare le scorte in eccesso, ottimizzare gli ordini, ricevere i materiali necessari nel luogo giusto e nel più breve tempo possibile e ridurre i costi di gestione;
- Monitorando le metriche e i KPI di manutenzione: tenere traccia di questi parametri è di fondamentale importanza per implementare strategie di gestione della manutenzione mirate;
- Investendo in formazione e nuove tecnologie: una formazione adeguata è necessaria per accrescere le competenze e le capacità del personale. L’utilizzo di tecnologie avanzate permette di ottimizzare la gestione degli asset.
Non si tratta solamente di best practices legate agli aspetti organizzativi aziendali; la manutenzione è, prima di tutto, una questione di civiltà.
Oggi, più che mai, la civiltà deve essere misurata anche in termini di vivibilità, non solo presente ma anche futura. Lasciare alle prossime generazioni un pianeta capace di soddisfare i loro bisogni, in un’ottica di pieno sviluppo sostenibile, non è solamente un dovere civico, ma una responsabilità di ciascuno di noi.
Di Fabio La Porta e Alessandro Giurelli
