La manutenzione programmata del
costruito e soprattutto degli edifici, oltre che del territorio e
dell’ambiente, contribuisce in modo determinante alla più rapida
ripresa dell’industria delle costruzioni, che dagli inizi della
‘crisi’ ha perso al suo interno circa 500.000 posti di lavoro con
altri 300.000 nell’indotto. Così si genera una ripresa economica più
certa, diminuisce la perdita di vite umane e si abbattono i costi
economici e sociali dei tanti incidenti registrati nelle abitazioni,
ad esempio da Inail.
E’ quanto emerso dalla presentazione promossa da Federmanager con la
partecipazione dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Roma,
del libro del Cnim-Comitato nazionale italiano per la manutenzione
‘Linee guida per la manutenzione degli edifici’, edito da Dei e
patrocinato da Fecc, Federazione europea dei manager delle
costruzioni.
Per questo Federmanager, l’organizzazione che rappresenta i circa
180.000 manager e quadri apicali dell’industria, e Cnim (cui
aderiscono anche il Miur, Eni, Rfi Ferrovie dello Stato; Mapei;
Inarcassa; i Consigli nazionali degli ingegneri, dei periti
industriali, dei geometri e dei geometri laureati, degli agrotecnici e
agrotecnici laureati; Uni) propongono tra l’altro alle istituzioni di
abbassare la pressione fiscale sulla proprietà immobiliare per
contribuire all’effettiva introduzione dei principi della manutenzione
programmata, da sostenere con l’adozione di nuove e appropriate forme
assicurative dei fabbricati pubblici e privati. Questi interventi
comporterebbero, ‘a parità di costi’, una maggiore sicurezza per tutti
i cittadini.
“Oggi sembrano emergere in Italia – ha
dichiarato Aurelio Misiti, presidente Cnim, a margine dell’incontro –
nuove necessarie assunzioni di responsabilità verso la vita umana,
l’ambiente e la sicurezza del Paese, del suo territorio, delle sue
costruzioni. Per questo, la via giusta per equilibrare il mercato
delle costruzioni e quello immobiliare, generando nuova occupazione di
qualità, richiede sia la responsabilità sociale degli attori diretti e
indiretti dei processi manutentivi, tra i quali non solo il sistema
assicurativo, sia l’elevazione della cultura della manutenzione
nell’architettura e nell’ingegneria civile a livello di quella
dell’ingegneria industriale”.
“Tutti sanno – ha affermato Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager
– che il settore delle costruzioni è composto soprattutto da Pmi, ma
si continua a sottovalutare che la manutenzione degli edifici, che
coinvolge molti altri settori industriali, dalla meccanica, alla
chimica al minero-metallurgico, rappresenta una chiave per il rilancio
della nostra piccola e media industria e per l’innovazione, anche in
chiave ‘smart'”.
”Sono fiducioso che il dialogo positivo tra Confindustria, Confapi,
Finco e Federmanager – ha aggiunto Cuzzilla – possa far prendere in
considerazione più facilmente questa opportunità, che può svilupparsi
in parallelo al completamento delle 25 opere del Pis, il Programma
infrastrutture strategiche”.
“Alla luce di quanto emerso dallo studio
patrocinato da Fecc – ha sottolineato Giacomo Gargano, presidente
Federmanager Roma e Unione regionale dirigenti industriali del Lazio –
l’auspicio è poter contare, nel quadro del cambiamento che attende
Roma nel prossimo futuro, su un intervento specifico di Comune e
Regione capace di raccogliere le finalità espresse in termini di
sicurezza e ripresa economica e di rispondere alle istanze presentate
attraverso un programma strutturato e con ampia visione sul futuro”.
“A tal proposito – ha concluso Gargano – Federmanager Roma mette fin
da ora a disposizione delle istituzioni locali le competenze
manageriali specifiche di molti colleghi esperti e pronti a dare il
proprio contributo”. (Map/Adnkronos)