“Oltre alle pompe di calore, l’idrogeno può essere un mezzo perfetto per raggiungere il nostro obiettivo di neutralità climatica – ha dichiarato Paolo Merloni, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Ariston Thermo, in un’intervista del Corriere della sera – Può alimentare le industrie pesanti, le auto, ma può anche riscaldare le nostre case. Tutto questo con emissioni quasi zero.”
“Per questo lavoriamo anche su questo fronte con tutti gli interlocutori di una catena industriale lunga, dagli operatori di rete fino alle aziende del real estate impegnate nella costruzione ma anche nella rigenerazione degli edifici urbani, per immaginare il comfort termico del futuro. Stiamo progettando una caldaia tecnologica nel centro Atit, l’Ariston Thermo Innovative Technologies di Agrate, il polo della nostra ricerca più avanzata.”
“Albacina e le Marche – ha aggiunto – saranno uno dei centri industriali e di sviluppo più importanti, qui si studierà la connettività per fare dialogare caldaie e sistemi di riscaldamento con l’utente finale. Ma stiamo già andando oltre. Bisogna proiettarsi nel domani. Pensiamo anche all’idrogeno verde per la combustione, siamo parte di una catena industriale che nella Penisola punta sulle rinnovabili. Il nostro obiettivo era di portare all’80% la nostra produzione ad altissima efficienza energetica e alimentata da rinnovabili entro il prossimo anno. Ormai ci siamo arrivati.”
Riguardo l’arrivo dei fondi per la transizione ecologica e all’eventuale dialogo aperto con aziende quali Snam, Italgas ed Enel, Paolo Merloni ha spiegato: “Noi dialoghiamo in Italia come in Europa con chi si occupa di energia e reti di distribuzione e anche con chi lavora su connettività e cloud. È una filiera che diventerà sempre più articolata e si estende all’Europa per raggiungere obiettivi ambiziosi. Non basta più ragionare solo come sistema Paese. Le radici restano in Italia ma i rami devono svilupparsi con una logica più ampia perché la nostra casa è l’Europa.”
“Abbiamo avviato dialoghi per portare l’idrogeno come combustibile nelle case degli italiani, rafforzare la diffusione delle pompe di calore e far crescere la smart home. Puntiamo su partnership chiave, come quella con il Politecnico di Milano per le sfide del futuro. Il comfort termico rappresenta oltre il 25% dei consumi Ue di energia, ha una dimensione economica più piccola rispetto a quello della mobilità, ma l’impatto sul clima non è dissimile. Per ora questo è un tavolo di lavoro tra aziende, ora aspettiamo le linee guida dal governo del presidente Mario Draghi.”
Per l’intervista completa rimandiamo al sito del Corriere della sera.